Milano, 12 dicembre 2016.
Prendo tutti i giorni un tram – il numero 15 – che fa capolinea a Piazza Fontana. Non arrivo tutti i giorni fin lì, ovviamente, ma ogni giorno, quando lo guardo arrivare dalla banchina, che compare dalla nebbia, leggo la scritta “Piazza Fontana”.
Nella mia ignoranza da ex-non-milanese, non sapevo quanto centrale fosse Piazza Fontana. È centralissima. È subito dietro, attaccata al Duomo. Ed è una bella piazza. Separa Piazza del Duomo da una delle parti più brutte della città, quella degli uffici bancari e finanziari. Edifici brutti e grigi, squadrati, sporchi, spenti. Sono sedi secondarie delle grandi banche e società – le sedi centrali sono dalla parte opposta rispetto al Duomo, verso Piazza Affari, la parte nobile. E sono comunque palazzi generalmente brutti, grigi. Ma sono ricchi, almeno (?).
Piazza Fontana è una bella piazza. È una piazza d’altri tempi. Piccolina, senza auto. Quando arriva il 15 c’è sempre il 23 ad aspettarlo. Uno dei tram vecchi, con gli interni ancora in legno, spazi più angusti. E ci passa anche la linea turistica, dove le famiglie ascoltano storie, musica, assistono a piccoli eventi.
A Piazza Fontana c’è quasi sempre una pattuglia di polizia. Perché è centrale e perché, sulle panchine della bella piazza, c’è sempre qualche barbone, con le sue cataste di oggetti personali, il carrello con le buste dei vestiti, le buste con il cibo. Sono sempre indaffarati, e al tempo stesso sporchi e ordinatissimi. Per bere e per lavarsi usano la fontanella lì vicino.
Una parte della piazza – quella opposta alla fermata del tram – è sventrata, stanno facendo dei lavori. Dovrebbero finire presto. Però per terra, soprattutto in questo periodo umido e piovoso, c’è sempre qualche granello di terra giallastra, che viene dal cantiere. Si infilano nelle intercapedini della pavimentazione e poi da lì sotto le scarpe. Ma non arrivano mai fino a casa, li posi sulla pietra liscissima della Galleria, ancora prima di arrivare alla metro.
Sulla piazza campeggia la scritta “BANCA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA“, ma la banca che c’è lì è il Monte dei Paschi. Ha le insegne rosse e le tende bianco sporco sempre tirate. È chiusa, sembra abbandonata. O forse è solo poco movimentata. Ma sulle vetrine ci sono fogli, comunicazioni e orari che sembrano di qualche anno fa. Adesso quei font non si usano più.
È malinconica, Piazza Fontana. Forse perché non l’ho ancora vista col sole. Ci sono passato per la prima volta quando era ancora tecnicamente estate, ma nell’unico giorno di brutto tempo. Il sole cambia tutto qui a Milano, la rende quasi esotica. Invece la piazza l’ho vista sempre coperta, con quella luce insopportabile e quel piattume grigio/bianco sopra la testa. Capita spesso.
Col 15 da casa ci metto una mezz’oretta fino a Piazza Fontana. Il 3 ci mette di meno per arrivare in Duomo, per cui di solito prendo quello. E fa un percorso più bello, passa per San Gottardo e per Porta Ticinese. Gli preferisco il 15 solo se il 3 arriva più tardi o se voglio proprio arrivare a Piazza Fontana. A volte mi piace arrivare lì, a Piazza Fontana. Perché è una bella piazza.
Ed è tutto quello che ho da dire su questo argomento.
[F.O.]