Buio – pt. 8

Alzo la testa e sento già il vento che soffia piano sulle mie spalle.
Non ho rotto ancora la superficie dell’acqua, che non mi lascia andare, si piega.
Riflette il Sole mentre schizza attorno, mi avvolge tutto come una placenta.

Nell’ultimo istante di Buio – gli occhi ancora immersi nel nero, la bocca spalancata assetata di ossigeno –, la musica e la voce sono più nitide che mai.

Non so ancora nulla.
Potrei essere solo oppure circondato dai miei simili, impegnati nelle loro personalissime discese.
La musica è reale, la voce non so, potrebbe svanire fra poco. Esiste o l’ho solo immaginata?
Non so se ha atteso paziente la mia risalita o se stesse solo cantando per sé.
Ora che m’ha chiamato, però, non posso che cercarla e ricordarla, esiste.

Non controllo la mia espressione, piegata in un mezzo riso che disegna una fossetta a destra delle labbra e accanto all’occhio.

E mentre la luce inizia l’invasione, avverto chiara la spiaggia assolata e tranquilla di fronte a me, la sua sabbia di velluto bianco.
Più lontane le montagne spruzzate di neve, in mezzo un ponte basso e lungo, di pietra antica e grezza, erosa.
Non importa molto dove poggerò prima il piede, se sui sassi riarsi o sulla breccia, sull’erba umida.

Ovunque sia, sarà ancora e sempre un gran tuffo.

È lì, accanto a me?

Apro gli occhi.

Buio.


[F.O.]

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